Guido Zanardi

 

Veglia 

Cima Quattro il 23 dicembre 1915 

Un’intera nottata 

buttato vicino 

a un compagno 

massacrato 

con la sua bocca  

digrignata 

volta al plenilunio 

con la congestione 

delle sue mani 

penetrata  

nel mio silenzio 

ho scritto 

lettere piene d’amore 

Non sono mai stato 

tanto  

attaccato alla vita 

G. Ungaretti, Il porto sepolto, 1916

Prima guerra mondiale: oltre 70 milioni di uomini furono mobilitati in tutto il mondo, di cui più di 9 milioni caddero in battaglia: tra loro ci fu anche Guido Zanardi (Parma 20 ottobre 1894 – Gorizia 11 agosto 1916)  

Figlio di Cesare Zanardi e Clementina Bardiani, Guido era un giovane italiano, buono e amabile con tutti, inseparabile dalla sorella; a 20 anni si arruolò nell’esercito, per servire la patria e militò nel 51° Reggimento Artiglieria da Campo.  

Il 1916 si aprì in un clima di grande incertezza: nessuno dei contendenti sul fronte italiano riuscì ad infliggere all'avversario il colpo decisivo, né si riscontrò un risultato effettivo sul piano militare. Finalmente l’8 agosto crollò la difesa austriaca e le truppe italiane liberarono Gorizia, la città simbolo, insieme a Trieste, dell’irredentismo e dell’unità nazionale.  

La presa di Gorizia richiese un notevole tributo di sangue e rappresentò la prima vera vittoria dell’esercito italiano nella Grande Guerra. In questa battaglia, però, Guido Zanardi perse la vita. Con l’ordine di riattivare la linea telefonica di un osservatorio in un momento in cui il fuoco nemico era più intenso, si rifiutò di mettersi al riparo pur di assicurare il funzionamento delle comunicazioni: fu allora che lo scoppio di una granata del fronte opposto lo colpì a morte alla testa.  

Il suo corpo fu sepolto a Gorizia a fianco ai suoi compagni.  

Il 12 ottobre dello stesso anno venne decorato della medaglia di bronzo al valore militare con la seguente motivazione: 

Comandato a riattivare la linea telefonica di un osservatorio in un momento in cui il fuoco nemico era più intenso, ricusava risolutamente di ripararsi pur di assicurare il funzionamento delle comunicazioni con la batteria, ma soccombeva per lo scoppio di una granata nemica.