Viaggio della Memoria 2023

Dal 22 al 25 febbraio 2023 noi studenti del liceo Ulivi abbiamo avuto l’opportunità di partecipare al viaggio della memoria organizzato dall’Istituto storico della Resistenza di Parma che quest’anno ha portato studenti appartenenti a tutte le scuole della nostra provincia al campo di concentramento di Mauthausen e ai suoi sottocampi di Hartheim, Gusen ed Ebensee, tutti situati nella regione dell’Alta Austria. 

La nostra prima tappa è stato il campo di concentramento di Mauthausen. Appena arrivati, abbiamo visitato l’esterno con una guida che ci ha illustrato la vita quotidiana delle SS sia all'interno che all'esterno del campo: ci ha stupito sapere che vivevano con normalità e spensieratezza, priva del minimo senso di colpa. C’erano addirittura un campo da calcio e una piscina (sopra nella fotografia, svuotata) in cui le SS potevano tranquillamente svagarsi, nonostante all’interno si stessero compiendo atrocità inimmaginabili. 

Il campo di Mauthausen fu costruito in un luogo ben preciso: si trova, infatti, a ridosso di una cava di granito. Come si vede nella foto di copertina, i prigionieri erano costretti a scavare dei blocchi nella cava che si trovava ad un’altitudine inferiore, e trasportarli fino alla parte più alta del campo. Questi pezzi di pietra sarebbero stati poi venduti dalle SS. La morte dei deportati era quasi sempre dovuta a queste terribili condizioni di lavoro. In particolare, ad aumentare il numero di decessi contribuì la cosiddetta “scala della morte”: i detenuti, già gravemente indeboliti, dovevano portare sulle loro spalle i blocchi salendo la ripida scala, non potevano fermarsi anche se stremati e cadere significava morte certa. 

Alla fine del museo di Mauthausen si trova una sala buia, con il pavimento inclinato, si cammina in mezzo a delle scure strutture spigolose con delle minuscole scritte bianche luminose: sono i nomi di coloro che a Mauthausen morirono. Lo scopo di questa stanza è di restituire l’identità a coloro che la persero in cambio di un numero. Camminarci dentro lascia veramente sbigottiti, senza parole perché ci si trova di fronte alla distruzione, all’annientamento della dignità umana che venne perpetrato in questo luogo. 

Il castello di Hartheim è il primo sottocampo che abbiamo visitato. È tristemente famoso per essere stato la sede del programma Aktion T4 per cui veniva praticata l’eutanasia su coloro che erano considerati inadeguati alla società e, dunque, le cui vite “non erano degne di essere vissute. Le vittime di questa strage erano principalmente persone con disabilità o affette da malattie mentali che venivano strappate alle famiglie alle quali veniva detto che i loro cari sarebbero stati curati in strutture attrezzate. In realtà, queste donne e questi uomini erano uccisi non appena arrivavano al castello: su di loro furono “sperimentati” i gas tossici che verranno poi usati sistematicamente nei campi di sterminio. 

A Gusen, sottocampo di Mauthausen, non rimane praticamente nulla, se non una piccola struttura, per ricordare le vittime di quel terribile atto, con targhe commemorative. Di questo memoriale colpisce, particolarmente, la sala espositiva, capace di evocare sentimenti forti di angoscia e di scolpire immagini fisse nella memoria. Le costruzioni del campo di concentramento sono state distrutte per nascondere le prove di quanto accadde al loro interno o “riconvertite”. Il memoriale è oggi circondato da normalissime case abitate.

L’ultimo giorno del nostro viaggio della memoria siamo arrivati a Ebensee, un sottocampo di Mauthausen. È un sistema di enormi gallerie scavate nella nuda pietra della montagna che sarebbero dovute servire alla produzione di missili, ma poi furono utilizzate come raffineria. I deportatati dovettero costruirlo e poi lavorarci indipendentemente delle condizioni meteorologiche e dal loro stato di salute, ma, come ha affermato la nostra guida, lavorare seppur in quello stato degradante era pur sempre meglio di essere mandati a morire alle baracche dei malati del campo principale.  

Il viaggio della memoria è un’esperienza davvero intensa che dona emozioni, insegnamenti e riflessioni, per questa ragione noi riteniamo che tutti dovrebbero farlo una volta nella vita. 

Giorgia Dalla Giacoma (5E), Andrea Goni (5E), Marta Lualdi (5A), Sara Vittoria Orlando (5C), Francesca Pastori (5G), Sofia Santoro (5G)