Viaggio della Memoria 2019
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“Nel campo di concentramento di Mauthausen, nel luogo di lavoro di cava gli internati sono ripetutamente vittime di sparatorie; quelli colpiti gravemente vivono ancora un po’ e rimangono a giacere vicino ai morti per ore quando non per mezza giornata. La mia fattoria sorge su una altura nei pressi della cava e mi può accadere spesso di essere testimone involontaria di tali oltraggi. Io, ad ogni modo sono debole di salute e una tale visione produce una tale tensione per i miei nervi che, a lungo andare, credo non la potrò più sopportare. Credo che si faccia in modo di porre fine a tali azioni inumane oppure siano compiute dove non possano essere viste”.
(Denuncia della sig. Gusenbauer al posto di polizia locale di Mauthausen 27 settembre 1941)
I nomi e i volti dei deportati mai ritornati a casa riempiono la parete dietro la quale noi ragazzi siamo riuniti. Quei nomi e quei volti si sottraggono al loro anonimato e ci appaiono non più come numeri ma come memoria vivente di esperienze, di lotte e di ricerca di valori: conquista della libertà di esistere in un mondo privo di vittime e di carnefici. Quei valori che sono stampati indelebili nella nostra Costituzione.
Cecilia Riani (5^H)